Review: PRISCILLA - LA REGINA DEL DESERTO at Teatro Verdi - Firenze

By: Jan. 24, 2019
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Review: PRISCILLA - LA REGINA DEL DESERTO at Teatro Verdi - Firenze

Priscilla, il mitico autobus dalle tinte fucsia, torna ad attraversare l'Italia e, come già successo, dove passa lascia il segno.

Priscilla, la regina del deserto è un musical scritto da Allan Scott e Stephan Elliot, già regista dell'omonimo film del 1994, vincitore di un premio Oscar, da cui è adattato. Lo spettacolo, che ha debuttato a Sidney, nel 2006, racconta la storia di Bernardette, un transgender, e di Tick e Adam, due drag queen, che partono verso Alice Springs a bordo del loro autobus, Priscilla, per realizzare uno dei loro spettacoli. In realtà, Tick ha un altro scopo: ad attenderlo là c'è Marion, la sua ex-moglie dal quale è separato da anni per la sua omosessualità, e, più che altro, Benji, il loro figlio di otto anni che ormai non vede l'ora di incontrare suo padre. Il bizzarro e non sempre "pacifico" trio si dirige ad Ovest di Sydney e lungo il cammino incontra una serie di personaggi, spesso omofobi e conformisti, che comunque non riusciranno ad interrompere il viaggio del Priscilla. Giunti a Alice Springs i tre amici otterranno un enorme successo con il loro spettacolo e Tick, nonostante le sue preoccupazioni, potrà abbracciare Benji che si mostra, con tutta la naturalezza di un bambino, per niente infastidito dalla seconda vita del padre.

Lo spettacolo italiano torna in tournée nella stagione 2018/2019, dopo il grande successo ottenuto dal 2011 al 2013, con una produzione "completa" che niente ha da invidiare a quelle delle altre nazioni. Dopo il debutto a Bergamo, il pullman ha toccato Brescia, Bologna, Ancona e Bari e, ultimate le repliche della tappa fiorentina, proseguirà verso Padova, Torino, Milano, Roma per poi fermarsi a Napoli ad Aprile.

Nel corso degli anni, lo spettacolo ha subito alcuni cambiamenti, rispetto alla prima produzione australiana e londinese, e quindi anche quella italiana ha rispettato queste ultime tendenze. La playlist è stata leggermente modificata: "It's raining men" funziona sicuramente meglio della vecchia apertura rappresentata da "Downtown/I've Never Been to me". Dispiace semmai non sentire più "Venus" nel primo numero di Felicia. Il pubblico invece sicuramente apprezza di più "True Colours" che sostituisce "Both sides now" quando per la prima volta Tick, Bernardette e Felicia si scontrano con la mentalità chiusa della periferia.

A livello scenografico i cambiamenti sono minimi: rimane la maestosità del bus Priscilla, a volte unico protagonista sul palco, arricchito di una "pelle" a schermo LCD e anche se la scarpa, sulla quale siede Felicia nel momento dell'"opera-terapia" (canta La Traviata di Verdi), non viene più avanti dalla sommità del pullman verso il pubblico, la maestosità della scena non ne risente. Più fastidioso è l'aver abolito la salita delle tre regine sulla sommità dell'autobus; questo non solo sminuisce il pathos finale dell'arrampicata sull'Ayers Rock (i tre attori sono a terra e simulano solamente, ansimando e asciugandosi il sudore, il percorso in salita) ma non permette al pubblico di apprezzare l'entrata trionfale nella chiamata finale del trio che "semplicemente" arriva dalle quinte.

Inalterati e, come sempre maestosi, i costumi di Priscilla, premio Tony a Broadway, sono un tassello fondamentale dello spettacolo che, insieme al trucco e alle acconciature, hanno anche una forte funzione narrativa (un vestito fatto di infraditi, l'ensemble che durante "Go West" è vestito alla Village People o, il costume da gladiatore indossato da Felicia quando riesce a coronare il suo sogno di cantare Madonna dall'Ayers Rock). Le coreografie sono di impatto e ben eseguite: il pubblico a stento riesce a stare fermo sulle poltroncine.

Manuel Frattini, volto molto conosciuto nel mondo del musical, ricopre il ruolo di Bernadette, la più "anziana" del gruppo e riesce a riportare sul palco la sua particolare comicità. Non da meno sono Cristian Ruiz e Mirko Ranù, confermati dopo la seconda stagione, nei ruoli, rispettivamente, di Tick e Felicia. Ruiz riesce egregiamente nel difficile compito si indossare "le vesti" di Tick (nome d'arte Mitzi), quello forse più ambiguo, visto il suo trascorso da sposato: Mitzi sa che dovrà esibirsi nel locale della moglie davanti al proprio figlio che non ha mai incontrato ma trema al pensiero di come il piccolo vivrà la sua omosessualità. A Tick/Mitzi spetta anche l'ingrato compito di guidare il gruppo durante tutto il viaggio verso Alice Spring e di mediare i due caratteri opposti di Bernadette e Felicia, simboli di due modi diversi di vivere l'omosessualità.

Nella sceneggiatura non mancano allusioni alla sessualità e parolacce (comunque mai gratuite e finalizzate alla storia) e forse, per qualcuno, questo non fa di Priscilla un musical per la famiglia. Lo spettacolo, invece, ci lascia un grande messaggio sulla famiglia perché ci parla di tolleranza e accettazione, e il tutto avviene alternando momenti di pura allegria e spensieratezza a struggenti situazioni che sanno arrivare dritto al cuore e che portano ognuno di noi a riflettere. E' sconvolgente la naturalezza con cui il piccolo Benji, abbracciando il padre, afferma: "E' l'ora che ti trovi un fidanzato, papà!".


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